Martedì 21 maggio alle ore 18:30, l’autore capriaschese Gabriele Alberto Quadri presenterà il suo libro Lettere dal carcere. Romanzo giallo nella forma epistolare. L’incontro sarà moderato da Giancarlo Dionisio.
L’ingresso è gratuito e senza iscrizione. Al termine della presentazione seguirà un rinfresco offerto.
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Biografia
Gabriele Alberto Quadri è nato Vaglio nel 1950. Nel 1951 la famiglia si trasferisce a Cagiallo. Dalla famiglia paterna apprende ad amare la propria terra, l'antica Pieve ambrosiana di Capriasca. Animato da un impellente desdierio di approfondire le problematiche legate alla sparizione della cultura e dell'economia contadine, causata in un primo tempo dall'emigrazione e, più recentemente, dall'avvento della cosiddetta civilità dei consumi "sa rievocare senza cedimenti nostalgici il passato e la vita degli umili.
Dopo gli studi a Locarno, Zurigo e Pavia e soggiorni di studio a Ginevra, Malaga e Siena, è stato per quarant'anni docente di italiano e francese in diversi ordini di scuola. Collabora con riviste ticinesi e internazionali. Poeta in dialetto e in lingua, prosatore, scrive per il teatro ed è attore radiofonico. Alcuni suoi testi sono stati musicati. Nel 1986 ha ottenuto il Premio Schiller per la raccolta Ra schérpa fòra di scaff e nel 2003 il Premio Insubria per la satira Maledictus structus ventris tui!
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Lettere dal carcere. Romanzo giallo nella forma epistolare.
Il romanzo breve «Lettere dal carcere» è stato scritto in un periodo di tempo travagliato. Costituisce quindi un’allegoria dai toni esistenziali: una prigionia da monaco amanuense, una sorta di giallo scritto in forma epistolare. È nell’uscire da se stessi, dalla propria cella privata, nel tentativo di confrontarsi con l’altro che consiste il senso della comunicazione o meglio della vita in società, scrive l’autore. Al contrario, nel racconto “I tormenti del vecchio Candido” il protagonista fugge dalla città, vittima d’alienazione e d’inazione politica, per rifugiarsi “al calar del sole” nella sua valle ai piedi delle Prealpi Luganesi. Nel garbuglio di vicissitudini amorose mette così a nudo intemperanze e astratti furori, mentre fra incubi e notti insonni ritrova se stesso e forse la tanto corteggiata pace interiore.